Come ho cercato di chiarire fin dal saggio introduttivo al primo volume della Letteratura italiana Einaudi (Letteratura, testo, società in Letteratura italiana, I. Il letterato e le istituzioni, Torino 1982, particolarmente alle pp. 27-29), l'impianto generale di quest'opera è del tutto aperto: nel senso che, mentre un preciso criterio selettivo ha presieduto all'individuazione dei vari insiemi tematici e storici (illetterato e le istituzioni, produzione e fruizione, le forme del testo, storia e geografia, ecc.), niente impedisce che altri insiemi possano essere individuati e «aggregati» alla visione complessiva dell' opera.
Una prima esplorazione verso un territorio nuovo è costituita, ad esempio, da un' altra sezione, già in cantiere, della Letteratura italiana, che porrà al centro della sua attenzione la descrizione e l'analisi delle Opere. Mi è sembrato, infatti, che lo sviluppo di un sistema scientifico-letterario come questo comportasse ad un certo punto il rovesciamento dell' ottica più tradizionale secondo cui la singola opera letteraria si presenta sempre come il punto di confluenza di una molteplicità di stimoli e di suggestioni diversi: come, ripeto, il prodotto di una complessa elaborazione, di cui si possono descrivere tutti i passaggi, purché esterni. Ciò, per taluni aspetti, è senza dubbio vero. Ma se, in una certa misura, e assumendo un punto di vista intenzionalmente convenzionale, si prescinde dal processo esterno e si assume l' «opera» come soggetto autonomo e ben individuato, come persona vivente dotata di una sua esistenza inconfondibile e consegnata ormai una volta per tutte alla storia, allora l'opera stessa rivelerà più liberamente e più profondamente l'ordito di cui è composta. Al centro dell'indagine ci sarà il Decameron, non Giovanni Boccaccio, non la storia e la società del Trecento, non le vicende del rapporto di Boccaccio con Petrarca, ecc. ecc.: oppure, tutto questo, ma solo in quanto faccia ormai parte dell' ordito del testo, ne possa essere considerato funzione. In un elenco ben calibrato di titoli, avremo più o meno i cento «individui», per cui questo insieme denominato «Letteratura italiana» è degno d'essere ricordato nei secoli: la Divina Commedia, la Vita nuova, i Rerum vulgarium fragmenta, il Decameron, il Furioso, i Promessi Sposi, L'Estetica di Benedetto Croce, i Canti Orfici, Le città invisibili, e così via.
Un sistema logicamente ben congegnato, dunque, ma non chiuso. Tuttavia, a questo punto avverto con nettezza l'impressione che si sia conclusa una prima fase del ciclo. In un sistema scientifico-letterario come il nostro è evidente che ogni punto del sistema ha rapporto con tutti gli altri. Questo insieme di rapporti, come abbiamo già detto, ha un andamento espansivo: possiamo continuare a individuare rapporti, se nel sistema inseriamo altri punti. Però, è anche vero che nel sistema aperto si creano delle situazioni di massa critica, in cui il volume di informazioni fornito ha bisogno di essere provvisoriamente chiuso e registrato: per partire poi, eventualmente, verso una nuova fase espansiva.
Nella Letteratura italiana noi abbiamo finora: esaminato i rapporti fra la letteratura, il potere, le strutture istituzionali (I. Il letterato e le istituzioni); studiato le forme concrete della socialità dei letterati e dei testi, sia dal punto di vista della fruizione sia dal punto di vista della produzione (II. Produzione e consumo); indagato le strutture formali, stilistiche e linguistiche dell' opera letteraria (III. Le forme del testo); ordinato sistematicamente i fondamentali canoni di valutazione e interpretazione del testo (IV. L'interpretazione); operato una quantità di sondaggi, minori ma non meno significativi, di carattere sia tematico sia antropologico (V. Le Questioni); valorizzato opportunamente zone tradizionalmente periferiche della creazione letteraria (VI. Teatro, musica, tradizione dei classici); ricostruito la storia della letteratura italiana secondo nuovi criteri (i tre volumi di Storia e geografia: L'età medievale, L'età moderna, L'età contemporanea).
Questo insieme, al suo interno tutto correlato, ma formalmente anche tutto slegato, aveva bisogno d'essere riunificato, rivelandone i percorsi interni. Quest'ultimo volume, Gli Autori, è nato cosi, da una esperienza di ricerca e di studio, innestata sulla permanenza nel tempo di una vera e propria «officina letteraria» Einaudi. Fin dall'inizio, com'è noto, avevamo previsto un volume di Indici, che consentissero di tirare le fila dell'immenso lavoro. Ma, quando ho visto apparire dai nove volumi precedenti (in realtà, undici, se si considera che il terzo volume della Letteratura italiana e il secondo della Storia e geografia sono divisi ciascuno in due tomi) la trama delle innumerevoli citazioni, mi sono chiesto se in realtà quello che andava emergendo non fosse, implicitamente, anche il percorso biografico dei singoli autori, trascritto nelle mute cifre delle pagine corrispondenti.
Mi sono allora detto che ciò che «teneva insieme» concretamente le diverse coordinate del sistema era l'«autore»: il cardine altamente individualizzato, intorno a cui ruotano le diverse operazioni letterarie da noi in precedenza descritte: della formazione, della ideazione, della scrittura, della diffusione, della valorizzazione sociale, politica, esistenziale, della tradizione, della localizzazione storica e geografica, e così via; il centro vivente, insomma, dell' operazione letteraria.
Naturalmente, non voglio discorrere qui di una questione tanto importante come quella del ruolo della biografia nella storiografia letteraria, e tanto meno nella storiografia tout court. Molto empiricamente osserverei che in una grande opera sistematica qual è la Letteratura italiana Einaudi c'è indubbiamente il pericolo che la singola individualità venga un po' soffocata dalla mole dell'informazione complessiva. Però, è proprio in opere del genere che, se si tenta una ricognizione delle relazioni che tengono insieme le singole parti, emerge la gran quantità delle informazioni e dei riferimenti biografici, che sono stati dati come essenziali all'interno di discorsi e analisi di natura anche molto diversa. Ed emerge questa persuasione precisa: che la biografia può essere il punto di convergenza, di incontro e di sintesi di tutte le relazioni presenti nel sistema.
Da questa riflessione è nata l'idea di collegare gli indici a voci biografiche di un certo spessore, rovesciando in un certo senso l'ispirazione originaria (semplici indici, con, eventualmente, qualche cenno biografico). Ora la parte biografica può vivere di vita autonoma: anche se evidentemente una sua originalità consiste precisamente nell' essere collegata agli Indici della Letteratura italiana.
Delle caratteristiche specifiche dell' opera parla esaustivamente nella sua Nota introduttiva il dotto Giorgio Inglese. lo vorrei qui indicare soltanto alcuni principi.
Ad un vecchio (e riconoscente) collaboratore come me di quell' opera eccezionale che è il Dizionario biografico degli Italiani, non possono non saltare agli occhi i limiti della nostra impresa. Quello principale è costituito dal fatto che, di massima, un autore non è presente nel dizionario se non è presente nell'indice della Letteratura italiana (è aperta la caccia alle assenze). Devo però subito precisare che un dizionario biografico di 7500 voci, con le essenziali bibliografie relative alla produzione dei singoli autori, rappresenta a sua volta un unicum, soprattutto perché noi lo mettiamo a disposizione dei lettori pressoché immediatamente dopo la conclusione dell’ Opera: cioè, oggi e non fra vent' anni. Inoltre, la latitudine immensa della prospettiva con cui nella Letteratura italiana Einaudi è stata esaminata la fenomenologia letteraria ha prodotto un arricchimento notevole del numero delle voci rispetto ai dizionari biografico-letterari più tradizionali (in questo caso, il vincolo del riferimento all'indice funziona da fattore espansivo e non riduttivo). …