Tomo primo
Alberto Asor Rosa, Apogeo e crisi della civiltà letteraria italiana
Letterature delle Città-Stato e la civiltà dell'Umanesimo
Mario Martelli, Firenze
I. IL QUATTROCENTO
1. Eros e letteratura
2. Politica e letteratura
3. Teologia e letteratura
II. IL CINQUECENTO
1. Dal Quattrocento al Cinquecento: Niccolò Machiavelli
2. La prospettiva sovracittadina
3. Dentro la cerchia antica
Paolo Orvieto, Siena e la Toscana
1. Centralità fiorentina e dispersione toscana
2. Cultura e letteratura a Siena nei secoli XV e XVI
2.1. L'Umanesimo senese
2.2. San Bernardino e la predicazione volgare
2.3. L'ecloga volgare a Siena
2.4. La novellistica
2.5. Claudio Tolomei, la questione della lingua e la «Poesia nuova»
2.6. Le accademie senesi del secolo XVI
2.7. La Congrega dei Rozzi e le novelle di Pietro Fortini
Nicola De Blasi e Alberto Varvaro, Napoli e l'Italia meridionale
I. GLI ARAGONESI IN SICILIA
L Rotture e continuità nella Sicilia vicereale
2. L'Umanesimo in Sicilia
3. La spiritualità tardo-medievale nell'isola
4. La pressione toscana e la stampa
Il. GLI ARAGONESI A NAPOLI
1. La corte di Alfonso il Magnanimo
1.1. La presenza iberica
1.2. Umanesimo
1.3. Preludio ad una nuova letteratura napoletana
2. La corte di Ferrante
2.1.Traduzioni e trattati
2.2. Le cronache
2.3. La poesia e la prosa in volgare
3. Le grandi figure
3.1. Masuccio Salernitano (Tommaso Guardati)
3.2. Giovanni Pontano
3.3. Jacopo Sannazaro
III. LA LETTERATURA NEL REGNO
1. L'ambiente pugliese-salentino
2. L'ambiente abruzzese
3. L'ambiente calabrese
IV. LA LETTERATURA A NAPOLI NEL PRIMO CINQUECENTO
1. L'Accademia e la cultura latina
2. Cultura non umanistica
3. La poesia volgare e Vittoria Colonna
4. La «moda» del volgare
4. I. La teoria poetica
4.2. Il problema della lingua
4.3. Il petrarchismo napoletano
5. Fervore religioso e chiusura dell' Accademia
V. LA LETTERATURA IN SICILIA NEL PRIMO CINQUECENTO
1. Tramonto dell'Umanesimo latino
2. La storiografia isolana
3. La questione della lingua nell'isola
4. Paolo Caggio
Vincenzo De Caprio, Roma
1. «Illuc urbem Romanam esse ubi curia sit »
1.1. Cultura romana
1.2. L'umanesimo curiale: una doppia latitudine
1.3. Il mito dell'Impero: dalla città alla Curia
1.4. Cultura curiale e cultura cittadina
1.5. Centro e periferia: il caso di Perugia
2. La produzione di un'immagine
2.1. «Communis orbis totius patria»
2.2. «Grandior e cinere est Roma renata suo»
3. Gli anni del Grande Scisma
3.1. Francesco da Fiano
3.2. Leonardo Bruni e la riforma dello Studium Urbis
3.3. L'ampliamento della tradizione: Poggio Bracciolini 4. Dopo lo scisma. I percorsi dell'umanesimo curiale: due linee di lungo periodo
5. La fase fondativa del classicismo umanistico
5.1. Tra Firenze e Roma. Ancora su Poggio
5.2. L'ampliamento della tradizione: la cultura greca
5.3. Alcune considerazioni sull' Alberti
5.4. «Omnem nobis vetustatem aperuit»
5.5. L'antitradizionalismo di Lorenzo Valla
5.6. La polemica contro gli auctores
5.7. La filosofia valliana come prassi conoscitiva
5.8. Le Elegantiae: un codice per la prosa retorico-scientifica
5.9. «Pius Aeneas»
5.10.La filologia della terza generazione
6. La ricerca dei valori sapienziali
6.1. Il platonismo romano
6.2. Le Antiquitates di Annio da Viterbo
6.3. Dalla cabbala ai geroglifici
7. Il ritorno del volgare
7.1. Innovazioni e continuità
7.2. Alcune considerazioni sulle presenze intellettuali
7.3. Nuove articolazioni dell'umanesimo romano
7.4. Poesia cortigiana e lingua cortigiana
8. Il ciceronianismo e Pietro Bembo
8. I. La riduzione del molteplice
8.2. L'epistola De imitatione
9. I pontificati medicei
9.1. Nuovi centri di aggregazione intellettuale
9.2. Le pasquinate e l'Aretino
9.3. Francesco Berni
9.4. Il teatro in volgare
9.5. La tradizione municipale e Marco Antonio Altieri
9.6. Il caso Francesco Colonna
10. Dal Sacco alla Controriforma
10.1. Le strutture organizzative della cultura
10.2. Il classicismo e la Controriforma
10.3. La produzione bernesca
10.4. La lirica in volgare
10.5. Erudizione e storiografia
Angela Carella, Urbino e le Marche
1. Situazione storico-culturale del territorio marchigiano tra XV e XVI secolo
2. Urbino
2.1. Federico da Montefeltro
2.2. Il palazzo ducale e la biblioteca
2.3. Urbino ai primi del Cinquecento. La malattia e la morte, l'elegia e il mito
3. Genesi di un mito: Il libro del Cortegiano
3.1. La crisi militare degli Stati italiani e l'avventura diplomatica del Castiglione
3.2. L'«albergo della allegria»
3.3. Le armi, le lettere
3.4. Il modello di Stato
4. Da Urbino a Pesare all'utopia
4.1. Ludovico Agostini: una testimonianza tarda di «cortegiania» ai duchi d'Urbino
Gian Mario Anselmi, Luisa Avellini e Ezio Raimondi, Il Rinascimento padano
I. FERRARA, BOLOGNA E LA PADANIA DAL 1430 AL 1530
1. Per un'ipotesi geografica e cronologica
1.1. Premessa
1.2. Tra Emilia e Romagna
1.3. Le date di frontiera
2. 1430-1530: «contiguità» e «lontananza»
2.1. Il primato della letteratura
2.2. Bologna: dalla retorica all'ermeneutica
2.3. Ferrara: scuola umanistica e arte letteraria tra certezze e inquietudini
3. 1430-1530: da Bologna alla Romagna
3.1. La stagione dell'Umanesimo bolognese: maestri e protagonisti
3.2. Verso Rimini
4. 1430-1530: dalla Padania a Ferrara
4.1. Parma: erudizione e innovazione
4.2. Ferrara al vertice della storia letteraria
4.3. Matteo Maria Boiardo
4.4. Ludovico Ariosto
II. BOLOGNA PONTIFICIA E L'AUTUNNO ESTENSE: 1530-1630
1. L'imperatore, il papa e i dottori fra lingua e retorica
1.1. Bologna 1530: Romolo Amaseo
1.2. Pietro Pomponazzi nei dialoghi di Speroni
1.3. Alessandro Achillini e Pietro Pomponazzi
2. Dalle lettere alla religione
2. I. La scuola del Pomponazzi: il gruppo di Modena dal Grillenzoni al Castelvetro
2.2. Il nicodemismo bolognese e Achille Bocchi
2.3. Bologna a metà secolo: Leandro Alberti
2.4. Gabriele Paleotti fra Aldovrandi e Sigonio
3. L'autunno estense e la soglia bolognese del barocco: lettere eroiche e melodrammatiche
3.1. La biografia del Castelvetro «repubblicano»
3.2. «Lo 'ntendere i Poeti consiste nel senso comune, e popolare»
3.3. L'eredità del Castelvetro: Guarini
3.4. Torquato Tasso fra diletto e epos cristiano
3.5. Il primo Seicento tra Modena e Bologna: Tassoni «modernista», il naturalismo dei Carracci Gian Mario Anselmi, Luisa Avellini e Ezio Raimondi, Milano, Mantova e la Padania nel secolo XVI
1. Mantova nel Cinquecento: tra classicismo, «lucidi inganni» ed espressionismo
1.1. La Mantova dei Gonzaga fra arte e letteratura
1.2. Teofilo Folengo
2. Milano: i «librai» e i «nuovi errori» fra l'epilogo sforzesco e l'età del d'Àvalos
2.1. L'epilogo sforzesco
2.2. La scuola del Parrasio: Andrea Alciato
2.3. La crisi degli anni '30
2.4. L'eredità di Erasmo fra Alciato e Cardano
2.5. Francesco e Andrea Calvo nella Milano del d'Àvalos
2.6. Matteo Bandello
3. L'autonomia dei Farnese a Parma: le lettere di un «principato nuovo»
3.1. Annibal Caro a Parma
3.2. Il petrarchismo
3.3. «Ortolani» e «Innominati»
4. Eloquenza e cultura a Milano nell' età dei Borromeo
4.1. La retorica sacra: Botero e Panigarola
4.2. La Biblioteca Ambrosiana
Marina Cancan, Venezia e il Venete
1. I lineamenti del quadro storico-culturale
2. Spazio geografico e spazio mentale
3. Le relazioni di viaggio
3.1. Le relazioni di viaggio dei mercanti
3.2. Le relazioni di viaggio dei pellegrini
3.3. Le relazioni di viaggio degli esploratori
3.4. Le relazioni degli ambasciatori
4. Scritture politiche e scritture storiche
4.1. Le scritture politiche
4.2. Le scritture storiche
5. La società letteraria
5.1. Le strutture
5.2. I testi, gli autori, le questioni: il Quattrocento
5.3. I testi, gli autori, le questioni: il Cinquecento